Il pilota per Shany Hobbes: la ragazza che non poteva volare

, No Comments
- Immagine di Cindy Lever -

Questa è la storia di una ragazza che amava la musica ma non aveva talento.
Non aveva una voce particolare, suonava mediocremente, era destinata ad amare e a sognare qualcosa che sapeva non si sarebbe mai potuto avverare.
I suoi genitori desideravano un futuro felice per lei: dopo la scuola ci sarebbe stato un ottimo lavoro e successivamente una bella casa, un bravo marito, tanti bambini. Loro non potevano sapere che il suo unico desiderio era un sogno che lei era convinta di non poter realizzare.
Shany, la ragazza, andò al college, incontrò molti giovani, ognuno con un suo proprio progetto, ognuno con un suo proprio sogno in cui credere. Shany incontrò anche un ragazzo con il quale istaurò immediatamente un bellissimo rapporto di amicizia. Il suo nome era Stanley, un nome terribile per qualcuno che voleva diventare uno scrittore. Stanley sarebbe potuto essere il nome di un impiegato, sicuramente non quello di uno scrittore, di un brillante scrittore, aveva rivelato una volta il ragazzo a Shany. Lei aveva sorriso di quella piccola fissa dell'amico. Di certo non erano questi i problemi che potevano impedire ad una persona di realizzare i suoi sogni, fossero stati solo questi..., aveva pensato lei con tristezza.
Un giorno, Shany lesse una delle storie di Stanley. Parlava di una ragazza che aveva un sogno: voleva diventare una pilota, ma era una ragazza e quello era un mestiere riservato solo agli uomini. Alla storia mancava il finale, ma Shany non aveva bisogno di leggerlo per conoscerlo: il sogno di quella ragazza sembrava troppo assomigliare al suo. Un altro desiderio destinato a non realizzarsi mai.
Gli anni del college terminarono: Shany decise di tornare dai suoi genitori, Stanley di cercare un editore che pubblicasse il suo libro. I due ragazzi si persero di vista. Shany sapeva che Stanley aveva talento e la convinzione che lui ce l'avrebbe potuta fare la riempiva di rabbia, lei non avrebbe mai avuto neanche una possibilità. Stanley, invece, pur provando un sentimento forte ma confuso nei confronti di Shany decise di lasciarla andare perché leggeva nel suo comportamento una sottile freddezza mista a risentimento. Comportamento che proprio non riusciva a capire.
Una volta tornata a casa Shany incominciò a lavorare per il negozio di suo padre. Non era un lavoro che le piaceva, ma era ormai convinta di non avere nessun altra scelta.
La ragazza decise di non pensare più a Stanley.
Continuò a vivere nella stessa cittadina dei suoi genitori, a lavorare nel negozio di suo padre, a parlare con le stesse persone per anni e anni.
Un giorno si dovette recare a New York per sbrigare alcuni affari relativi al negozio. Qui, seduta al tavolo di un ristorante aspettando di ordinare, Shany vide un uomo dalla fisionomia familiare.
Guardandolo con attenzione e tentando di ricordare dove l'avesse già incontrato il suo cuore incominciò all'improvviso a battere furiosamente. Non poteva credere ai suoi occhi: al tavolo accanto al suo era seduto...
Stanley stava mangiando quando, sentendosi osservato, si voltò nella direzione di Shany e la vide. La riconobbe all’istante e il suo cuore incominciò a battere furiosamente. In quel momento Stanley capì come, in realtà, non fosse mai davvero riuscito a dimenticare la sua antica compagna di Università.
Le sorrise e le fece cenno di raggiungerlo.
Combattuta tra il desiderio di parlargli e quello di evitarlo Shany si ritrovò in piedi ormai accanto a lui.
Si sentiva così confusa, non riusciva a capire da dove le fosse nata tutta quell'emozione.
Contraccambiò il sorriso di Stanley e gli si sedette di fronte.
Come se fossero tornati ai tempi del college, ancora diciottenni, incominciarono a parlare degli anni che erano stati, delle loro vite ormai da quarantenni.
Shany fu sorpresa, ma forse non poi così troppo, nello scoprire che Stanley era diventato un famoso scrittore. Scriveva con lo pseudonimo di Stan Leython.
Il suo sogno si era avverato! Stanley era diventato uno scrittore come aveva sempre voluto!
Shany, invece, era una comune commessa in un comune negozio, niente di speciale.
Era ormai da tanto tempo che aveva incominciato a parlare del suo sogno come della sua più grande e stupida illusione.
Incuriosita gli chiese quale fosse stato il primo libro da lui pubblicato.
- Il pilota - le rispose. Shany incominciò a ricordare.
- La storia di quella ragazza che voleva diventare una pilota, ma non poteva? - Stanley annuì. Shany non aveva mai dimenticato quella storia, la sua storia.
- E com'è finita? -
Stanley sorrise, sapeva che Shany aveva letto la storia quando lui aveva incominciato a scriverla. La storia che lui aveva scritto per lei, per la ragazza che amava già allora.
- È diventata una pilota - rispose Stanley.
- È diventata una pilota? Ma è impossibile! Lei era una ragazza e una ragazza non poteva fare il pilota! -
- Però lei lo è diventata -
- Come? -
- L'ho aiutata io -
- Tu? -
- Sì, io sono lo scrittore, lei voleva diventare una pilota e io ho fatto in modo che il suo sogno si avverasse, è molto semplice -
- Quella è solo una storia, solo nel mondo irreale ciò che è impossibile può diventare possibile semplicemente perché lo si vuole - ribatté Shany con asprezza.
- Anche tu avevi un sogno, cosa ti è successo? -
- Niente, il mio sogno è solo una delle tante cose impossibili di cui parlavo -
- Il tuo sogno era la musica, vero? -
- Sì, ma era solo un'illusione - Shany incominciò ad innervosirsi. Stanley non poteva sapere quanto male le facesse parlare della sua più tremenda delusione.
- Molte persone hanno letto la mia storia e a loro è piaciuta, perché a te no? -
- Perché molte persone vogliono ingannarsi e io non ne ho la minima intenzione -
Stanley guardò Shany con profonda tristezza: quella donna di fronte a lui era la ragazza che lo aveva fatto innamorare tanto tempo prima, era la ragazza che aveva continuato a ricordare con tenerezza durante tutti quegli anni solitari e adesso che l'aveva rivista sentiva che tra di loro si era creato un muro invisibile, indistruttibile.
Lui era un sognatore e Shany sembrava una donna ormai troppo disillusa dalla vita per poter capire le sue parole.
Lei si alzò.
- Sono stata molto felice di rivederti - gli allungò la mano che Stanley prese con incertezza.
- Questo è un altro addio? - chiese lui amareggiato.
Shany lo guardò confusa. Non voleva lasciarlo per davvero, ma quella sembrava la cosa migliore da fare, per non soffrire più...
Ritirò la sua mano e si diresse verso l'uscita, avrebbe ordinato da mangiare in un altro ristorante. Prima se ne fosse andata da quel luogo e meglio sarebbe stato per entrambi.
Stanley rimase a guardarla mentre si allontanava per la seconda volta da lui. Gli occhi lucidi. Ti prego voltati.
Shany uscì dal locale. Un miscuglio di sentimenti, emozioni intense, contrastanti, che non riusciva a controllare, si agitavano dentro di lei. Si fermò ad un metro dall'entrata. Gli occhi lucidi. Io avrei potuto essere un pilota...?
Si domandò incerta. Forse… Shany fece un respiro profondo.
Ti prego dimmi che non è troppo tardi.

Info autore 

Scritto da Giorgia B. , ottobre 2023
Il racconto appartiene alla sua legittima proprietaria, ed è stato pubblicato su Shiningarden per gentile concessione dell'autrice.
È vietata ogni riproduzione non autorizzata. Per informazioni scrivete a info.shiningarden@gmail.com. Grazie

0 commenti:

Posta un commento