- Immagine di Mushayev Masrur - |
Una gazza richiama le compagne da qualche parte, oltre l’orizzonte mentre una farfalla si posa su una margherita, solitaria superstite dell'ultima rasatura.
La melodia monocorde delle cicale riempie l'aria, si libra sulle ali di un vento debole che solletica le foglie del ciliegio e del glicine. I baccelli gravidi di semi oscillano a qualche metro dal suolo. Chiacchiere di foglie, carezze da parte del pruno verso il melo, un ramo si allunga timido e sfiora il compagno. Frutti acerbi maturano in silenzio.
Al centro del prato un cerchio di pietre rosse e ocra delimita la foresta di viole del pensiero, gigli e altre piante che svettano verso l'alto. Come bozzoli di bianche farfalle regali ancora addormentate, i gigli stanno per sbocciare e aprirsi al cielo.
Qualche passo più in là petali gialli e arancioni giacciono ai piedi di un'anfora-matrona, i manici sono braccia appoggiate sui fianchi prominenti, per testa un cespuglio di foglie e crisantemi.
Le montagne raggiungono il sole, ora coperto dalle nuvole sospinte verso il tramonto. Le rondini volano in alto e salutano l'arrivo della sera.
Un velo scuro, come palpebre che si chiudono sul mondo, si posa sul rosso dei fiori di melograno, sul rosa pallido del roseto e sul verde arido dell'erba, ma la vita continua la sua danza. Vola, striscia, zampetta, scava nella promessa della notte.
Info autore
Scritto da Maristella Gentili, giugno 2017
Il racconto appartiene alla sua legittima proprietaria, ed è stato pubblicato su Shiningarden per gentile concessione dell'autrice.
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