È sera

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- Immagine di Pexel 

È sera. Sì, la sera è il momento migliore. Il cielo si tinge di blu cobalto e le persiane si chiudono sulle finestre come un abbraccio fatto a se stessi, una dimostrazione d’affetto furtiva.
 Il pigiama è la divisa d’ordinanza, comoda, semplice, fiorelloni viola che tappezzano il mio corpo finalmente libero, pronto a spiccare un balzo verso il letto. Alla mia destra una tisana fumante, a sinistra una pila di libri per metà letti, per metà da leggere. Solitudine cercata, solitudine bramata. Beata solitudine serale. Il suono della pioggia è angelico. Il canto delle cicale è melodia. 
Distendo le gambe e con un polpastrello sfioro la tazza, attendo che si raffreddi, che si faccia avvicinare, conoscere, sorseggiare. 
È la sera, sì è il momento che concedo a me stessa per ritrovare una dimensione che fuori manca, energia pura, armonia e silenzio. Nient’altro che una stanza, un letto, una tisana, un libro e io. Io che non penso, io che sono. 
Sollievo. Tregua. Liberazione. Pace. Paradiso. Nirvana. 
Pochi minuti, secondi. Fu un saggio a dire che la felicità dura un attimo, ma vorrebbe l’eternità. Eppure un attimo può essere tutto: ti riempie, ti consola, ti coccola come una coperta d’inverno, come la brezza d’estate. 
La tazza è ora pronta ad accogliermi, il libro attende sulle mie ginocchia. L’attimo sta per svanire, chiudo gli occhi e lo lascio andare. 
Domani sera, forse, tornerà. 

Info autore

Scritto da Maristella Gentili, aprile 2016
Il racconto appartiene alla sua legittima proprietaria, ed è stato pubblicato su Shiningarden per gentile concessione dell'autrice.
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